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Léa e Bocato - Antologia da Canção Brasileira
por: Giangiacomo Gandolfi
Outubro 2007

Ancora un gioiellino di musica strumentale, di doverosa segnalazione visto che appartiene a un genere negletto e semisconosciuto. Questa volta si tratta di un duo di impostazione squisitamente jazzistica: Léa Freire è un’eccellente flautista e compositrice formatasi alla prestigiosa Berklee School di Boston, già nella scuderia della Nucleo Contemporaneo di Benjamin Taubkin, mentre Bocato è uno straordinario trombonista che ha lavorato con Arrigo Barnabé e Itamar Assumpçao oltre che come solista. Insieme tentano una cartografia strumentale della migliore MPB di sempre, “O nosso blues” come lo chiamano, di cui questo non è che il primo episodio stando alle note di copertina. Il set è molto rilassato, con sonorità quasi “west coast” dominate dall’inedito amalgama trombone – flauto basso e dal garbato lavorio di piano (Michel Freidenson), chitarra (Djalma Lima) e sezione ritmica (Sizao Machado e Edu Ribeiro). Il repertorio è tutt’altro che abusato e – visti i mostri sacri interpretati – decisamente di sublime qualità: Jobim (“Andorinha”), Barroso (“Folha Morta”), Luiz Eça (“Imagens”), Haroldo Barbosa (“Nossos Momentos”), e innumerevoli altri. Scelte davvero azzeccata dal momento che l’intenzione principale dell’album è mettere in luce la straordinaria statura compositiva e il naturale afflato jazz del classico canzoniere brasileiro. Scivola tra i brani anche “Blue Note” di Fatima Guedes, che non sfigura tra i giganti di questo pantheon sonoro.